Antonino Cannavacciuolo torna ad aggiustare le Cucine da Incubo nella inedita nona edizione dell'omonimo factual reality L'edizione 2023 partirà questa sera - domenica 2 aprile alle ore 21:30 - come sempre sul canale dell'emittente satellitare Sky Uno. Protagonista è lo chef di Villa Crespi che anche in questa nuova edizione raggiungerà ristoranti e locali catastrofici nel tentativo di rimetterli a nuovo. Il locale sarà sottoposto a una ristrutturazione completa da compiere in tempi record per renderla più accogliente e funzionale il locale. Ma non di sola sala vivono i ristoranti: missione di chef Antonino sarà anche quella di rimette in sesto lo staff tecnico e allestire per loro un menù più calzante con la loro offerta. Scopriamo insieme le città e i ristoranti che verranno rimessi a nuovo in Cucine da Incubo 2023.
Cucine da Incubo 2023: i ristoranti
Prima puntata - ‘L CIVEL – Casalbeltrame (Novara)
A Casalbeltrame, comune di meno di mille abitanti in provincia di Novara, c’è il ristorante a conduzione familiare ‘L Civel che rischia di chiudere per una diatriba iniziata tra i fornelli e sconfinata tra le mura di casa. ‘L Civel viene rilevato da Giovanna e Paolo nel 2007 con l’idea di essere un progetto di famiglia e un investimento per il futuro delle loro tre figlie Melissa, Stefania e Micaela. Tutte e tre iniziano a lavorare nel ristorante, ma le cose non vanno come sperato: Stefania, diplomata all’alberghiero, comincia a lavorare nella cucina col compagno chef ma lui, dopo un po’, abbandona il ristorante, così lei decide di non lavorarci più a tempo pieno; anche Melissa e Micaela hanno presto cercato un altro impiego per avere un po’ di respiro dalla famiglia. Il problema maggiore, infatti, sembra essere il rapporto con la madre Giovanna, che ritiene di essere l’unica a mandare avanti il ristorante. Giovanna però è stanca, ha perso le speranze, non accetta consigli e sfoga la sua frustrazione sui suoi familiari. Così le figlie e la nipote Rossella, che aiuta in sala, fanno fronte comune, convinte che, se avessero più spazio nella gestione e nella cucina, potrebbero far svoltare ‘L Civel. In tutto questo, il papà Paolo sembra non voler prendere posizione, preferendo invece subire passivamente la situazione. Per motivazioni diverse, ecco che tutti richiedono l’intervento dello Chef Antonino Cannavacciuolo. E tutti sono anche d’accordo su una cosa: nella famiglia de ‘L Civel le cose non possono andare avanti così.
Seconda puntata - Casa Brunori - Grottaferrata (Roma)
Casa Brunori è un ristorante storico di Grottaferrata, da sempre di proprietà della famiglia Brunori e, dal 1977, gestito dal figlio Bruno che, nel tempo, è diventato uno dei personaggi più conosciuti del panorama ristorativo della Capitale: non solo per i suoi piatti ma anche per il suo modo di fare, tipico dell’oste romano sempre con la battuta pronta e la risata facile. Bruno ha servito moltissimi personaggi famosi, del mondo della politica, dello spettacolo e dell’imprenditoria. Ma questa fama lo ha portato a trascurare sempre più il ristorante, preferendo gli inviti agli eventi rispetto alla routine quotidiana fatta di aperture regolari e menù ben definiti. A farne le spese non è stata solo la struttura ma anche lo staff - composto da Fiammetta e Nadia, in cucina, e Carlos e Sonia, in sala - lasciato a se stesso e senza una linea guida da seguire. Oggi Bruno vuole riprendere in mano le redini di “Casa Brunori”, ma per riuscire a trovare il modo giusto per farlo ha bisogno dell’aiuto di Chef Cannavacciuolo.
Terza puntata - Il Veliero - Misimeri (Palermo)
Aperto nel 2002 a pochi chilometri da Palermo, con l’idea di rivoluzionare la cucina campagnola con piatti tipicamente di mare, oggi il ristorante “Al Veliero” sta affrontando un periodo di tempesta che rischia di farlo affondare. I due titolari sono Letizia e Simone, marito e moglie da 30 anni, e rappresentano il perfetto luogo comune dello storico scontro tra sala e cucina. Letizia, capo sala (e a detta dello staff “vero capitano” del Veliero), esige la perfezione da tutti e richiama duramente chiunque cerchi di eludere le sue insindacabili indicazioni; Simone, chef tradizionalista convinto delle sue idee, ancorato a un passato fatto di menù fissi e piatti esageratamente abbondanti, vive nel ricordo di un ristorante che non è più il suo. Anche il resto dello staff (Ivan, Mario, Angela, Gaetano, Rosalia, molti fedeli da anni), è fermo al passato: con il tempo ha visto ogni slancio di innovazione e ripresa affogati dai malesseri prodotti dagli scontri continui tra le due anime del Veliero. Ormai stanco di questa situazione e di un rapporto sempre più incrinato con la moglie, Simone, per provare a raddrizzare la rotta del Veliero, ha deciso di chiedere aiuto a Chef Cannavacciuolo.
Quarta puntata - Ciak Si Mangia - Cologno Monzese (Milano)
Alle porte di Milano, nel comune di Cologno Monzese, si trova il ristorante Ciak si mangia, rilevato circa tre anni fa da Gigi. Le premesse sembravano buone, le idee c’erano, ma la realtà si è rivelata diversa: rispetto alla precedente gestione nel locale non è cambiato praticamente nulla, staff, arredo, insegna del locale e bandiere di Paesi, il vero segnale “attrattivo” visibile dalla strada, sono sempre gli stessi. Anche il menù, troppo vasto, riflette un’assenza di identità e mette in crisi sala e cucina: oggi lo staff è allo sbando e Gigi non riesce a dirigere la scena. In sala, dove ci sono la cameriera storica Luisa, Alcindo e Francisco, c’è il caos, mentre tra sala e cucina, dove ci sono Romeo e i due suoi aiutanti Roberto e Sheriff, c’è un vero e proprio conflitto. Gigi prova a mantenere la calma ma non sempre ci riesce, vorrebbe cambiare le cose ed essere ascoltato, diventando il “regista” del suo locale: proprio per questo ha chiesto l’intervento di Chef Cannavacciuolo.
Quinta puntata - Gimmy Giò - Colle di Val d'Elsa (Siena)
Il ristorante Gimmy Giò si trova, da 33 anni, in una delle vie caratteristiche di Colle di Val d’Elsa e ormai risente del tempo che passa. Il locale nasce come pizzeria al taglio, aperto dall’attutale titolare Michele e da suo fratello Giovanni (da qui il nome Gimmy, unione delle rispettive iniziali): era un locale per giovani, senza troppe pretese. Dieci anni dopo viene rilevato da Michele che ne fa un vero e proprio ristorante, ma in realtà poco cambia, compreso il nome. Anche lo staff, tutto al femminile, è da sempre lo stesso: in sala c’è la moglie di Michele, Emanuela, in cucina le due storiche cuoche Maria e Silvana, aiutate da Rosa. Lo staff oggi però palesa stanchezza e rassegnazione, e non mancano i malumori: unico che sembra non rendersi conto dei problemi, orgoglioso com’è del suo ristorante, è Michele. E, proprio a lui vengono imputate non poche colpe, tra cui le scelte sul menu (con alcuni piatti dagli accostamenti improbabili) e il suo voler avere sempre il controllo su tutto e tutti. Michele ha bisogno che qualcuno lo aiuti a prendere consapevolezza dei reali problemi del ristorante e a uscire da questa impasse.
Sesta puntata - Mellow Yellow - Bogliasco (Genova)
Sul mare, a pochi passi dalla costa di Bogliasco, si trova il Mellow Yellow, locale preso in gestione undici anni fa da Matteo, ufficiale di macchina in Marina con la passione per la cucina che, lasciati i ranghi militari, inizia questa avventura insieme a un socio prima e alla moglie poi. Le carte per fare bene ci sarebbero tutte ma la situazione, purtroppo, è un’altra, tra problemi personali, disorganizzazione e discussioni all’interno dello staff, tanto in sala quanto in cucina. Matteo cerca di sopperire ai problemi destreggiandosi come meglio può in cucina, ma anche sua moglie, Alice, si è allontanata dal locale temendo di mettere a repentaglio il loro rapporto anche fuori del lavoro per via delle continue discussioni. Matteo spera nell’intervento di Chef Cannavacciuolo per ridare ordine e professionalità al suo staff.
Settima puntata - Il Porticciolo - Porto Cesareo (Lecce)
“Il Porticciolo” nasce nel 2017 come trattoria di mare di fronte all’Isola dei Conigli a Porto Cesareo. La titolare è Carmelina, ristoratrice di lunga data che, dopo alcune esperienze alla guida di un ristorante e un albergo con cucina, decide di aprire un locale tutto suo. L’idea di Carmelina è quella di un locale piccolo, curato e di successo, con piatti eleganti e fedeli all’identità̀ salentina, un luogo in cui condividere la passione per il cibo con uno staff da considerare “la sua famiglia”. La realtà, però, è stata diversa: “Il Porticciolo”, infatti, in questi anni ha faticato a trovare la propria “rotta” all’interno di un panorama ristorativo sempre più in crescita e competitivo. I problemi sono diversi: i piatti fanno fatica ad essere apprezzati dai clienti, le porzioni abbondanti e poco curate non sono economicamente sostenibili, Carmelina e la cuoca Antonella litigano spesso, e tra sala e cucina regna la confusione (Simone, il pizzaiolo, e Antonella, un vero e proprio jolly, faticano a trovare una posizione precisa). Tutto questo non contribuisce a far uscire il locale da una situazione poco piacevole. L’aiuto dello Chef Cannavacciuolo potrebbe essere la chiave per riportare a galla “Il Porticciolo” e trasformarlo, finalmente, nella trattoria che Carmelina ha sempre desiderato.
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